CONVEGNO NAZIONALE ACP 2018

Dal 25 al 27 maggio, a Roma, si terrà il Congresso Nazionale ACP (approccio centrato sulla persona), “DIFENDERE E PROMUOVERE IL CAPITALE UMANO: L’EFFICACIA DELL’APPROCCIO CENTRATO SULLA PERSONA”.

di seguito abstract del mio intervento:

VALORE ALTRO”

Strumento per l’Osservazione ed il Trattamento Penitenziario.                                   Strutturato secondo l’Approccio Centrato sulla Persona

Valore “Altro”, è uno strumento operativo pilota in continua evoluzione per l’Osservazione ed il Trattamento Penitenziario,  strutturato secondo l’Approccio Umanistico  Centrato sulla Persona di Carl Rogers e in esecuzione da un anno presso la Casa Circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), grazie ad una Direzione fortemente motivante.

Valore “Altro” persegue il fine di  attuare quanto già previsto dai vari dettati legislativi,  per una qualità trattamentale e un tempo significativamente costruttivo, verso nuovi legami comunitari.

L’approccio Umanistico si allinea in modo confacente alle Direttive Ministeriali e ancor prima al mandato Costituzionale, secondo i principi per cui: Il trattamento é attuato secondo un criterio di individualizzazione in rapporto alle specifiche condizioni dei soggetti (art. 1 O.P.); “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato” (art. 27 della costituzione), nella prospettiva globale di un processo di revisione degli atteggiamenti che sono di ostacolo ad una costruttiva partecipazione sociale (art.1 Regolamento Esecutivo), basato sulla capacità di motivare e responsabilizzare la persona detenuta.

L’attività rieducativa è un processo complesso che dovrebbe muovere verso nuovi apprendimenti di sè e dell’“Altro”. Il regime carcerario non avendo carattere volontario, ospita in larga misura persone non motivate che devono trovare una strategia di funzionamento adattivo al contesto, strategia spesso corrispondente ad un’adesione passiva, direzionata ad assumere una condotta adeguata alle aspettative del sistema, tale condotta, risponde in gran parte ad una valutazione sufficiente al buon esito trattamentale, ma, poco rivela, rispetto un processo di  revisione critica introspettivo.

L’azione di “Valore Altro”, vorrebbe prestarsi ad un maggiore bilanciamento tra elementi trattamentali rispondenti a bisogni strumentali e bisogni immateriali, inerenti la motivazione estrinseca e intrinseca.

Basato sul continuo passaggio dal campo fenomenico al campo cognitivo, opera su base emotiva esperita e condivisa, in una forma gruppale finita e replicabile, utilizzando una struttura concettuale a circuito auto-rinforzante dal “devo” al “voglio”. L’obiettivo e i risultati finora raggiunti concordano nel direzionarsi verso possibili acquisizioni di nuovi “sentire”, nuove percezioni di sé, dell’“Altro” e dell’ambiente circostante verso una dimensione affettiva della legalità, come  vera  difesa sociale, deterrente al rischio di recidiva. 

Il per-corso psicologico Valore Altro, si propone come possibilità operativa ai limiti oggettivi di strumenti professionali per l’elaborazione di programmi ri-educativi verso il reinserimento sociale,    fungendo da vettore per tutti gli altri elementi istituzionali del trattamento (art. 15 O.P.),  operando in una dimensione verticale della autoriflessione, agendo sulla motivazione intrinseca, sulla fiducia incondizionata verso l’essere umano in sintonia al precetto Costituzionale, quale migliore investimento del capitale umano.

 

Bibliografia

Abraham H. Maslow (1970) “Motivazione e personalità” Ed Armando

Carl Rogers (1970), “I gruppi di incontro”, Ed. Astrolabio 

Carl Rogers (1977), “Potere personale”, Ed. Astrolabio

Carl Rogers (1983)  “Un modo di essere“, Ed. Giunti

Legge 26 luglio 1975 n. 354 –  Norme sull’ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà

DPR 30 giugno 2000, n. 230 – Regolamento recante norme sull’ordinamento penitenziario e sulle misure privative e limitative della libertà

Costituzione della Repubblica Italiana

IDENTIFICARE ABUSO SESSUALE NEI BAMBINI

Identificare un abuso sessuale è un atto responsabile, delicato e particolarmente complesso, complicato da vari fattori tra i quali l’età del bambino, la sua  maturità, la comprensione degli eventi in questione. Inoltre i sintomi comportamentali associati ad un abuso sessuale, possono verificarsi anche per altri motivi indipendenti, non sempre sono presenti indiscutibili prove fisiche ed una eventuale ritrattazione va comunque accertata.

Nonostante le evidenti criticità, le ricerche dimostrano che i bambini sono in grado di fornire narrazioni precise delle loro esperienze, purché le domande siano formulate utilizzando la lingua che capiscono. Le dichiarazioni dei bambini possono essere influenzate negativamente dalle domande che sono poco chiare o suggestive, i bambini possono per esempio, essere confusi dalle domande che contengono singole o doppie negazioni o da un vocabolario complicato, e gli equivoci possono passare facilmente inosservati.

Risulta quindi fondamentale, orientare le interviste con i bambini in base all’età del bambino e la fase del suo sviluppo, evitando di suggerire elementi non menzionati dal bambino. Una intervista ben condotta dovrebbe testare ipotesi alternative, che spieghino l’allegazione e differenziare le spiegazioni plausibili da quelle non plausibili.

L’intervista con i bambini circa le accuse di abuso sessuale, pretende dunque conoscenza e abilità specifiche.

SEPARAZIONE E AFFIDAMENTO DEI FIGLI: VALUTAZIONE CTU

In una famiglia dopo il divorzio, i bambini dovrebbero essere incoraggiati a continuare ad avere un rapporto positivo ed emotivamente sano con ciascuno dei loro genitori e i genitori dovrebbero dimostrare la capacità e la volontà di lavorare insieme in modo cooperativo come co-genitori, ed agire nel migliore interesse dei figli.

Le valutazioni per l’affidamento dei figli da parte degli Psicologi CTU (consulenti tecnici di ufficio), sono finalizzate a fornire informazioni al Giudice, per facilitarLo nella Sua decisione, mirata a fare il migliore interesse dei bambini, quando i genitori non sono in grado di farlo da soli.

Molti fattori sono esaminati per valutare cosa è meglio per i bambini: si identifica se i bambini presentano bisogni speciali, o eventuali  significativi problemi psicologici, il loro collegamento emotivo ai genitori, quale genitore è empaticamente più vicino al figlio; si valuta la qualità di ciascuna delle relazioni genitore-figlio per identificare eventuali conflitti esistenti tra i genitori,  nonché l’impatto sulla comunicazione e la cooperazione dei genitori. È sempre più comune per un genitore rendere false accuse di comportamento scorretto per quanto riguarda l’altro genitore in divorzi ad alto conflitto. A volte uno o entrambi i genitori continuano ad alimentare il loro conflitto sui bambini e i bambini continuano a essere collocati nel mezzo del conflitto genitoriale.

Se i figli sono grandi, lo psicologo deve valutare loro eventuali preferenze, ma soprattutto il fondamento della loro volontà. A volte i bambini sono sotto pressione o incoraggiati a esprimere una preferenza, e altre volte essi esprimono una preferenza basata su di un giudizio non consapevole, a causa della loro immaturità. Gli psicologi devono determinare quanto le preferenze espresse siano suscettibili di incidere sul loro interesse o quanto essi riflettano semplicemente condizionamenti vari.

Ogni famiglia è diversa, e sicuramente i figli beneficiano di più quando entrambi i genitori sono in grado di mettere da parte le loro difficoltà coniugali e agire in modo responsabile a beneficio dei loro figli, ma questa modalità purtroppo non  trova sempre riscontro nella realtà, ed allora noi psicologi siamo eticamente obbligati a dare indicazioni su una valutazione espressamente centrata sul bambino, i suoi bisogni, i suoi interessi.