In Inghilterra, (notizia tratta dall’express-news.it), un anatroccolo sfuggito miracolosamente all’attacco di un gabbiano, che ha però sterminato tutta la sua famiglia, è stato portato in un centro di soccorso, ma il piccolo orfano, per lo stress ed il trauma subiti, si rifiutava di mangiare e bere, così gli operatori presenti decidono di mettere uno specchio vicino, ed il piccolo anatroccolo specchiandosi, ricomincia a mangiare, di nuovo “in compagnia”. Trovo interessante questa tenera storia, e gli aspetti che evidenzio sono fondamentalmente due: il primo, è come il nutrimento del corpo si realizzi con il nutrimento emotivo, quando il cibo è amore e rappresenta nutrimento anche psicologico ed affettivo, un canale che trasmette significati di cura e relazionale al bambino sin dalla nascita con chi lo nutre, la ricerca della protezione dell’ adulto per sperimentare sicurezza, (teoria dell’attaccamento di Jhon Bowlby). Nella nostra storia però il nutrimento emotivo è dato da un’illusione, perché è bastata un’immagine per creare l’idea all’anatroccolo di non essere solo, ma proprio questo lo rende interessante, e qui entra in gioco il secondo aspetto, noi non siamo anatroccoli e con noi non avrebbe funzionato, ma ciò su cui dobbiamo focalizzarci, è che ognuno di noi, ha sempre le potenzialità in grado di creare le condizioni per superare le situazioni più avverse, una forza che può restare sopita, subire contrasti ed altri danni, ma non può venire distrutta, quella che Rogers esponente della psicologia umanistica definisce “tendenza attualizzante”, una potente tendenza costruttiva nella riorganizzazione della capacità percettive, una “volontà creativa” fondamentale per l’organismo in quanto lo guida alla sperimentazione verso destinazioni più soddisfacenti” (C.Rogers 1971) .