Il nostro comportamento alimentare quotidiano, è mosso da reazioni fisiologiche e sempre più spesso da emozioni che non trovano facile espressione. A volte si mangia per abitudine, andiamo avanti per automatismi così radicati che non ci permettono più di distinguere il senso di fame e di sazietà. Riflettendo anche sulle parole, si può prendere consapevolezza, di quello che spesso si fa meccanicamente, e questa rappresenta una prima possibilità per soffermarci a riflettere verso un possibile cambiamento.
FAME BIOLOGICA: “ c’è qualcosa da mangiare?” è la fame autentica che conduce all’assunzione di cibo in quantità utile a raggiungere la sazietà, corrisponde al fabbisogno fisiologico di mangiare e si manifesta con una sensazione di vuoto, talvolta con crampi, nasce piano, aumenta gradualmente, è un bisogno concreto del corpo. Spinge a cercare di che sfamarsi, senza preferenze a priori.
FAME EMOTIVA: “cibo, devo mangiare subito” detta anche fame nervosa o fame psicologica. L’atto del mangiare è strettamente legato a delle emozioni di cui non si ha pieno potere, quali rabbia, noia, vuoto, solitudine, senso di inadeguatezza ect. .Scoppia all’improvviso con un elevata intensità, ed è difficile da colmare perché deriva da un bisogno psicologico.
APPETITO: “cosa c’è da mangiare?” sensazione della necessità di alimentarsi, di mangiare un alimento o un gruppo di alimenti precisi dai quali ci si aspetta di aver piacere. È estremamente dipendente dalla qualità gustativa degli alimenti.
VOGLIA DI MANGIARE: “non so, se ho voglia di dolce o salato”può essere rivolta ad un alimento specifico oppure no, e si prova senza fame e a volte anche senza fine.
SAZIETA’: “mi fermo, sono pieno” corrisponde alla scomparsa del senso di fame e deve determinare la fine del pasto e il controllo della quantità di cibo consumata. È accompagnato da un senso di benessere e talvolta di sonnolenza, ma non sopraggiunge immediatamente dopo aver mangiato “a sazietà” perché impiega più di venti minuti a manifestarsi. Ecco perché bisognerebbe mangiare lentamente.
CONDIZIONAMENTO: “che profumo! Entriamo ed assaggiamo?” Alcune persone reagiscono più agli stimoli esterni (olfattivi, visivi, televisivi, sociali) legati al cibo, più che alla sensazione di fame. Questa ipersensibilità alle sollecitazioni esterne può essere responsabile di assunzioni di cibo in notevoli quantità.
Riuscire a fermarsi a riflettere sulla spinta che ci porta a cercare e consumare cibo, rappresenta un primo passo per essere più consapevoli di alcuni meccanismi che stanno alla base del nostro rapporto col cibo, questo ci permette di esserne più padroni ed avere, qual si voglia, la direzione da intraprendere per un eventuale modifica del nostro comportamento alimentare.
Quando entro o mi aggiro nei paragi di locali gastronomici sono facilmente CONDIZIONABILE dal profumo che sento , non mi sento SAZIO, ho VOGLIA DI MANGIARE, mi viene APPETITO e divento EMOTIVAMENTE AFFAMATO.
Sono un caso irrecuperabile????
Da dove devo iniziare per mettere ordine nella mia alimentazione quotidiana???